martedì 9 luglio 2013

le vernici di andrea repetto.

Andrea Repetto è autore di numerose ricerche fotografiche, ricerche che spaziano, riprendendo i termini di una sorta di catalogazione operata dalla critica Charlotte Cotton, dall’”impassibilità” – foto estremamente oggettive e ricche di dettagli – al  “c’era una volta”, in cui l’autore si sofferma su particolari di paesaggio o di vita, ormai totalmente modificati.

Il progetto “Vernice Fresca” potrebbe rientrare in un altro campo d’azione, quello che documenta l’intimità delle persone. Credo che però in questa serie ci sia qualcosa di più, perché Repetto fa anche un discorso di metafotografia, in cui la fotografia, in quanto elemento di esibizione estetica,  “cita” se stessa. Infatti, come si capirà meglio, egli documenta ciò che avviene nel momento in cui si inaugura una mostra d’arte. Repetto però limita la scelta delle esibizioni da fotografare, comportandosi come un flâneur all’interno di uno spazio espositivo nel quale vi è qualcuno (artista, curatore, gallerista) con il quale intrattiene un rapporto personale.
Le persone fotografate vengono colte nella loro intimità di osservatori, in una miriade di situazioni differenti, dalla conversazione che si staglia su un fondale di opere esposte, al ritratto pensoso o perplesso di uno dei tanti personaggi che si muovono sul quel determinato set.

L’indagine, dunque, vuole documentare una specie di drammatizzazione dell’evento , facendo emergere alcuni ricordi condivisi di un momento che si caratterizza per la sua unicità. In questo modo Repetto propone delle dinamiche che talvolta sottolineano un’abitudine, un ruolo che per certe persone, in quel tipo di evento, appaiono scontati. Le connessioni tra i soggetti diventano evidenti all’interno di una documentazione di uno stile di vita, di una consapevolezza. Sono immagini che creano delle sequenze narrative basate su azioni, o meglio, su una grande azione per la quale esiste un canovaccio che difficilmente lascia spazio all’improvvisazione. Cercare di comprendere ciò che avviene in quei frangenti è la base del progetto di Repetto, al quale si aggiungono elementi accessori, prettamente estetici, che però denotano la volontà di eseminare in maniera più critica la realtà di uno di questi avvenimenti.

giovedì 4 luglio 2013

il kamasutra di paolo novelli

Ciascuno di noi ha somatizzato una particolare idea del Kamasutra, spesso fraintendendo il reale significato di questo testo, associandolo all’ostentazione del corpo in un gesto erotico totalmente gratuito. Senza dilungarci troppo su disquisizioni filosofico/antropologiche, entriamo subito nel merito di questa nuova serie di opere prodotta da Paolo Novelli nella quale propone 18 tavole che hanno al centro l’illustrazione delle scene erotiche di questo libro di aforismi sull’amore.


È un lavoro interessante, che formalmente non si discosta dalle versioni illustrative più tradizionali di quest’opera scritta nel III secolo da Vātsyāyana. Novelli però mantiene quella sua freschezza ludica che rende le sue tavole così particolari. I personaggi vengono chiusi in una lussureggiante cornice che richiama le pitture popolari del tempio di Kalighat. È una struttura fortemente geometrizzata, una specie di finestra che evidenzia la scena centrale nella quale si muovono i protagonisti di questa recita. Essi, lo sposo e la sposa, interpretano i due spiriti della natura Yaksha e Yakshi, che offrono attraverso le loro unioni l’idea dell’eterno sviluppo della vita.


Il mondo in cui si svolge l’azione d’amore degli sposi  sembra proporre un’idea di un Eden innocente che si sottrae alle brutture della società contemporanea, un Eden in cui non esistono violenze e conflitti laceranti, ma solo amore, fraternità, mitezza, insomma, un mondo di pace, e di equilibrio in cui ci si può rifugiare. Qui ci si può fermare e partecipare serenamente al processo simbolico che viene continuamente evocato: alla realtà si sostituisce la fantasia, la contemplazione incantata del mondo. Non so se per Novelli ci sia la reale intenzione di proporre una regressione a una condizione fuori dal tempo, ma sicuramente c’è l’idea di creare una barriera – o un fondale – capace di proteggerci da forze aggressive, sempre pronte a scalfire la serenità che traspare dal suo operato.


Ma non dimentichiamo l’aspetto ironico del suo fare arte, assai importante e nella serie del Kamasutra particolarmente evidente. Novelli ha dimostrato di saper affrontare decine di racconti. Anche in quelli più seri egli riesce a creare uno spazio per il sorriso, facendo accettare con quella sua spiccata capacità poetica anche gli argomenti più ricchi di significato. Si tratti di illustrazioni di brani estrapolati dalla tradizione biblica o di favole dallo spiccato contenuto morale, esse diventano nelle sue mani delle sequenze di una grande avventura nella quale ci troviamo a partecipare, spesso in ruoli minori, talvolta ai margini della storia, ma comunque presenti almeno nel ruolo di osservatori per condividere la peculiarità di un mondo che non ha eguali.