mercoledì 25 gennaio 2017

le lettere di rudy pulcinelli

Lo spazio della Galleria Lara e Rino Costa  di Valenza sembra adattarsi perfettamente all’opera di Rudy Pulcinelli, artista pratese tra i più importanti autori contemporanei. Il bianco che costruisce lo spazio diventa il fondale per accogliere le sculture concepite e costruite come susseguirsi di lettere, ugualmente bianche, che caratterizzano la sua opera. Esse divengono in questo modo emanazioni dello spazio, aggetti tridimensionali, che creano un preciso rapporto con il fruitore. Non importa la materia con cui Pulcinelli ha creato le sue lettere, autentici segni snaturati nel loro significato assoluto, non importano le loro dimensioni, esse sono frammenti di discorsi, baleni di idee che si moltiplicano nella babele delle lingue contemporanee.



Le lettere di Pulcinelli appartengono a vari alfabeti, sono l’essenza della cultura, sono la comunicazione allo stato puro, rappresentano un mezzo di emancipazione del genere umano, affermano la possibilità di interagire e sconfiggere la morte che interrompe il nostro eloquio, poiché è attraverso il segno scritto che ciascuno di noi continua a vivere.




Le lettere, come già detto, non costruiscono frasi o proclami, esse si propongono come elementi di dialoghi immaginari, si distendono sulle superfici, si muovono intrecciandosi per costruire qualcosa che sta a noi estrapolare. Le culture rappresentate dai segni alfabetici non sono più distanti tra loro, esse partecipano alla creazione di un linguaggio universale, un linguaggio che sottolinea la straordinaria volontà di essere compresi ovunque e da chiunque.

lunedì 16 gennaio 2017

re/turning Out_opere scelte dal F.R.A.C.

Le opere esposte al Castello del Monferrato rappresentano un estratto antologico di alcune tendenze dell’Arte contemporanea. Si tratta in particolare di evoluzioni concettuali che attraverso la contaminazione insistono sulla combinazione di segni figurativi e verbali che in molti casi riescono a costruire dei racconti di senso solo apparentemente compiuto. La rappresentazione linguistica si mischia a quella plastica, la fotografia si integra con la videoinstallazione, in modo da scorrere sui binari paralleli della somiglianza, comunicando gli esiti di esperienze senza priorità o precedenze.

È difficile fare un discorso generale, ogni artista meriterebbe una singola trattazione e ciò permetterebbe di comprende appieno la portata del lavoro nel quale essi sono coinvolti e del quale, bene o male, sono protagonisti. Il discorso che può essere fatto è che ogni opera si presenta come un sistema metartistico a sé, che trae spunto da realtà quotidiane che appartengono all’universo visivo di chiunque, fermandole e estraendole dal flusso temporale continuo e disordinato nel quale sono calate.

Ribadendo l’eterogeneità dei linguaggi, l’esperienza che si ha di fronte alle opere d’arte contemporanea proposte in mostra, si caratterizza attraverso il confronto tra i diversi artisti che operano in questo contesto culturale, artisti che si allineano comunque nell’intento principale di produrre arte mediante l’impiego di documentazioni fotografiche o di reperti corredati da testi scritti. Essi sono: Armando Andrade, Rosa Barba, Etienne Chambaud, Karen Cytter,Gintaras Didziapetris, Sam Durant, Cyprien Gaillard Robert Kusmirowski, Josephine Meckseper, Tom Molly, Lisa Oppenheim e Danh Vo.