“Simulacri” è il titolo della mostra realizzata da Giovanni
Bonardi e Davide Minetti a Villa Vidua a Conzano. Questo progetto prevede l’integrazione
di due prodotti, scultoreo e pittorico, in modo da strutturare una sorta di
installazione drammatica capace di integrare coerentemente i lavori dei due
artisti. La consuetudine di realizzare dei percorsi che uniscano pittura e
scultura non è assolutamente una novità. In effetti, basterebbe rimandare la
mente all’arte dei Sacri Monti per avere un saggio di questo tipo di tradizione.
È chiaro che la differenza con qualunque precedente espressione siffatta sta
nel linguaggio che, nel caso di Bonardi e Minetti, è estremamente contemporaneo
(uso del segno, manipolazione della materia, studio del rapporto luce/ombra),
legato ai modelli estetici della nostra epoca. Eppure, se si osserva
attentamente ciò che è esposto, si ha la sensazione che entrambi gli artisti
partano da una comune radice “antica”, che ritengano imprescindibile il
confronto con la cultura che li ha preceduti. Non si tratta però soltanto di
una questione legata alla Storia dell’Arte, c’è qualcosa di antropologico nel
loro lavoro, qualcosa che si richiama a precise simbologie che appartengono al
genere umano.
Continuando così in questa riflessione ci ritroviamo a riconsiderare
questo percorso con un’idea che lo lega al mito e all’incombente presenza del
sacro, al momento in cui il mondo era profondamente diverso da quello attuale,
in cui il bosco era popolato da divinità che aspettavano l’arrivo di qualcuno
che potesse evocare il loro nome. Ciò che si crea è un diorama nel quale il
fruitore si trova a contatto con il silenzio di un luogo che non esiste più,
una proiezione della mente capace di dare i connotati di un mondo ideale nel
quale si trova soltanto la bellezza. Infatti, quasi melanconicamente, il
simulacro richiamato dal titolo della rassegna vuole evocare qualcosa di vuoto,
di un involucro che però può essere riempito attraverso l’esperienza attiva di
chi si calerà in questa straordinaria dimensione.