Andrea Repetto è autore di numerose ricerche fotografiche, ricerche che spaziano, riprendendo i termini di una sorta di catalogazione operata dalla critica Charlotte Cotton, dall’”impassibilità” – foto estremamente oggettive e ricche di dettagli – al “c’era una volta”, in cui l’autore si sofferma su particolari di paesaggio o di vita, ormai totalmente modificati.
Il progetto “Vernice Fresca” potrebbe rientrare in un altro campo d’azione, quello che documenta l’intimità delle persone. Credo che però in questa serie ci sia qualcosa di più, perché Repetto fa anche un discorso di metafotografia, in cui la fotografia, in quanto elemento di esibizione estetica, “cita” se stessa. Infatti, come si capirà meglio, egli documenta ciò che avviene nel momento in cui si inaugura una mostra d’arte. Repetto però limita la scelta delle esibizioni da fotografare, comportandosi come un flâneur all’interno di uno spazio espositivo nel quale vi è qualcuno (artista, curatore, gallerista) con il quale intrattiene un rapporto personale.
Le persone fotografate vengono colte nella loro intimità di osservatori, in una miriade di situazioni differenti, dalla conversazione che si staglia su un fondale di opere esposte, al ritratto pensoso o perplesso di uno dei tanti personaggi che si muovono sul quel determinato set.
L’indagine, dunque, vuole documentare una specie di drammatizzazione dell’evento , facendo emergere alcuni ricordi condivisi di un momento che si caratterizza per la sua unicità. In questo modo Repetto propone delle dinamiche che talvolta sottolineano un’abitudine, un ruolo che per certe persone, in quel tipo di evento, appaiono scontati. Le connessioni tra i soggetti diventano evidenti all’interno di una documentazione di uno stile di vita, di una consapevolezza. Sono immagini che creano delle sequenze narrative basate su azioni, o meglio, su una grande azione per la quale esiste un canovaccio che difficilmente lascia spazio all’improvvisazione. Cercare di comprendere ciò che avviene in quei frangenti è la base del progetto di Repetto, al quale si aggiungono elementi accessori, prettamente estetici, che però denotano la volontà di eseminare in maniera più critica la realtà di uno di questi avvenimenti.