L’arte di Carlo Pasini è sorprendentemente accattivante. Nel
contesto di un discorso di sperimentazione che parte dalla fine degli anni
Novanta del Novecento, essa costituisce uno dei più interessanti nuclei di
sperimentazione plastica attualmente praticati in Europa. Mischiando elementi
Pop e (iper)realisti, Pasini ottiene un prodotto che si colloca idealmente tra
passato e futuro. Le sculture da lui proposte, realizzate su una base di
poliuretano espanso ricoperto da puntine da disegno o frammenti di materiali
colorati, perlopiù pietre o vetri, raggruppano una serie di animali che vengono
proposti in atteggiamenti fortemente dinamici, in contesti che evocano i
diorami dei musei di Storia naturale e che sembrano interpretare frammenti di video
o immagini naturalistici a grandezza naturale.
(foto Sara Pasini)
Lasciando da parte le sculture di animali (attualmente a Palazzo Bottigella a Pavia), Pasini realizza per la mostra presso i locali della
Comunità ebraica di Casale una sorta
di installazione che comprende un tappeto che riprende il disegno della pelle
di un serpente e, sempre un'immagine dell’uomo vitruviano. La sua azione artistica avviene
posizionando delle puntine da disegno direttamente sul pavimento, seguendo un
procedimento simile a quello di un mandala tibetano. L’opera sarà poi sottoposta
all’azione dei visitatori che ne varieranno la struttura con interazioni
casuali e non predeterminate, provocando rumori simili a quelli della coda del
crotalo o di certi strumenti musicali. Inoltre, Pasini vuole invitare il
pubblico a riflettere sul materiale stesso, sulla suo essere cromaticamente
accattivante e nello stesso tempo capace di pungere, di fare male. Il secondo
elemento dell’installazione è una serie di sedili ottenuti con strutture fatte
in forma di puntine da disegno conficcate in strutture litiche, sedili sui
quali sarà possibile sedersi e meditare sulle possibilità evocative che animano
dell’arte di Pasini.
(foto Sara Pasini)
L'artista ha dichiarato che l'immagine dell'uomo vitruviano simboleggia la nostra esistenza e il nostro essere. In un momento di grande crisi e confusione, sembra doveroso riflettere su noi stessi e sul nostro operato, individuale e collettivo. L'uomo al centro dell'universo si è un po' smarrito. La pelle di serpente indica il mutamento, il cambiamento, la possibilità e la capacità che ha l'uomo di adattarsi per sopravvivere. lo scorrere della vita è ciò che siamo, ma soprattutto ciò che vogliamo essere.