Si tratta, di fatto, di un percorso, un percorso che si
snoda tra le vie dello spazio outlet di Serravalle. È sufficiente camminare in
questo luogo, dunque, per imbattersi in opere d’arte che appaiono nella loro
monumentalità al’improvviso, suscitando la curiosità di chi passa, e offrendo
così uno spaccato del’attività di alcuni artisti attivi nella provincia di
Alessandria, secondo una precisa scelta operata dal curatore.
Le opere sono unite dal tema della musica. Alcune lo
ostentano in modo palese (come avviene per Francescon, Tamburelli e Boggeri);
per altre invece, è necessario individuarne il valore simbolico e decifrarne un
senso che comunque riesce sempre a essere identificato (in modo più facile,
come per Bonardi, Ivaldi, Fallini, Marchelli e Arecco; in maniera più criptica
per Crosio, Bonaldo, Mega, Porta, Laugelli
e Saldì). Si tratta di opere che si collocano all’interno di un discorso
fortemente contemporaneo per il quale, al dato di mera visibilità, si devono
aggiungere spesso numerose stratificazioni di significati che ne completano il
carattere e ne rendono entusiasmante la decifrazione.
Le opere esposte dimostrano un aggiornamento capace di porle
in un contesto culturale assai aggiornato, totalmente al passo con le più
interessanti sperimentazioni europee, con contaminazioni che riconducono ai
termini di una ricerca che affonda le sue radici in almeno mezzo secolo di
sperimentazione. È curioso osservare, per esempio, come si sia ricorso a un
numero incredibilmente diversificato di materiali per giungere alla creazione
di questi lavori. È quasi come se gli artisti, unendo idealmente le loro opere,
abbiano voluto far vedere quante siano le possibilità materiche della plastica
contemporanea, offrendo un saggio che dimostra quanto si possa considerare
“scultura” qualsiasi lavoro tridimensionale, a prescindere dai materiali
adoperati e includendo assemblaggi di oggetti, installazioni spaziali e video
in ambienti chiusi e all’esterno. Con un pubblico ormai abituato a accettare
compenetrazioni e contaminazioni varie, si saprà apprezzare l’uso di queste
diverse interazioni – comprendendo come possibile anche quella tra luogo e
opere – , accettando come valida e normale anche questa compresenza.
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