Lo spazio del nuovo allestimento di Corrado Bonomi si trova
all’interno di uno dei più bei palazzi tardobarocchi casalesi. Bonomi, come è
sua consuetudine, ci propone oggetti familiari e ci induce a osservarli
attraverso una prospettiva strana, inconsueta, a volte addirittura
irriconoscibile. L’oggetto viene distanziato e guardato da lontano. Al
contrario della prima fase di osservazione delle opere, fase durante la quale
siamo portati all’immedesimazione, in questo momento percepiamo l’essenza
spirituale di un’arte improntata sulla tautologia, cioè un’enunciazione in
termini diversi di quanto dovrebbe essere oggetto di spiegazione, con
improvvise accelerazioni di significato che danno un valore supplementare al
segno che così ironicamente ci viene proposto.
L’arte di Bonomi è ironica, carica di sillogismi e metafore,
e anche in questo caso si è servito di questi espedienti per costruire un
percorso che spicca per l’aspetto visionario, per la forza con cui si impone al
visitatore/fruitore dello spazio. Di fatto non esiste nessun punto che gli è
stato messo a disposizione in cui l’artista non sia intervenuto, talvolta
mimetizzando il suo lavoro e costringendo l’osservatore a un’analisi che
riflette la creatività della sua produzione. È il caso dei “romantici” vasi di
fiori che si trovano al centro di ogni tavolo, vasi ottenuti con oggetti tipici
della floricultura (sottovasi, tubi per innaffiare, palette da giardinaggio).
Essi evocano il fiore, lo imitano, strappando un divertito sorriso di fronte
all’inganno che celano.
Altrettanto efficace è l’allestimento che Bonomi costruisce
sui muri perimetrali della prima stanza. Egli costringe chi entra a
“immergersi” in un mare virtuale, a circondarsi di pesci che però vengono
presentati come simulacri inscatolati, come noi li vediamo più spesso, ossia
come roba da mangiare. Le scatole di latta di marche assai note ripetono un
modulo che riesce a imporsi alla vista per colore e forma senza infastidire.
Nella stessa maniera ci appare la più poetica delle
soluzioni artistiche di Bonomi. “Castelli in aria” si colloca a qualche
metro da terra: sottili fili invisibili
reggono delle leggerissime nuvole di materiale isolante sule quali hanno le
loro fondamenta dei castelli di carta. Moltiplicati da un gioco di specchi,
illuminati dal ripetersi delle luci del locale, l’installazione offre un
piacevole senso di pace, immergendoci in un’atmosfera meravigliosamente
fiabesca.
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