È una collezione che è stata costruita negli anni. Il tema è
fisso, inderogabile: agli artisti viene chiesto di elaborare una lampada di
Chanukkaah inserendo un lume in più, otto più uno. È la prima volta che le 173
lampade possono essere viste tutte insieme e la sensazione è di omogeneità. Ciò
è determinato dal fatto che, nonostante esse siano state realizzate con
linguaggi assolutamente differenti, proprio per il condizionamento tematico,
dicono tute la stessa cosa.
Ciò, ovviamente, non deve essere percepito come un limite,
anzi, si propone come qualcosa di straordinario capace di dimostrare l’assoluta
illimitatezza della creatività. Come è difficile trovare due pezzi che si
somiglino dal punto di vista formale, così non si prova quel senso di
disorientamento che talvolta accompagna il visitatore dopo l’uscita da una
“collettiva”. L’impressione che si ha è di aver sfogliato un testo di per sé
completo e coerente, ma al quale è sempre possibile aggiungere una nuova
pagina.
Inoltre, un altro dato con cui si viene a contatto è
determinato dall’aspetto ludico alla base della costruzione delle singole
opere. Gli artisti hanno “giocato” con l’arte, hanno prodotto un oggetto che ha
alla base una fortissima carica (auto)ironica di immediata visibilità: materiali
di varia consistenza, uso di colori vivaci, ricorso a forme esasperate. Ciò
sembra dimostrare come la bellezza possa apparire anche quando non si deve far conto di dover compiacere alla critica o alle
esigenze del mercato, agendo in piena libertà e interpretando qualcosa dal
quale non si può prescindere.
E' stato immergersi nelle emozioni! Una collezione imponente, che lascia senza fiato dalla variegata interpretazione che è stata data ad un oggetto legato al culto. Elio Carmi ha sfidato numerosissimi artisti a confrontarsi con l' Hanukkiot ed ognuno, sicuramente riconoscendo la luce quale fonte di ispirazione, ha concretizzato, in personali gesti creativi, il proprio immaginario. La ritualità è di per se' suggestione e conferma di identità, e si rimane affascinati nel vedere come un oggetto di uso sia divenuto oggetto d'arte, talvolta quasi sfumandone la funzione. Ironia, ricerca colta, suggestione, bellezza e fantasia, rendono unica questa collezione con poliedriche e inaspettatte sfaccettuature Materiali preziosi o poveri che siano, volumi imponenti o minimali, colori e forme mi hanno regalato lo stupore.
RispondiEliminaE' stata veramente una bella sorpresa!
Complimenti a Elio, all'amministrazione comunale di Casale Monferrato che ha saputo cogliere il senso di un lavoro certosino, e a tutti gli artisti che, con coraggio, hanno raccolto il guanto che è stato loro porto.