Le opere esposte al Castello del Monferrato rappresentano un estratto antologico di
alcune tendenze dell’Arte contemporanea. Si tratta in particolare di evoluzioni
concettuali che attraverso la contaminazione insistono sulla combinazione di
segni figurativi e verbali che in molti casi riescono a costruire dei racconti
di senso solo apparentemente compiuto. La rappresentazione linguistica si
mischia a quella plastica, la fotografia si integra con la videoinstallazione,
in modo da scorrere sui binari paralleli della somiglianza, comunicando gli
esiti di esperienze senza priorità o precedenze.
È difficile fare un discorso generale, ogni artista
meriterebbe una singola trattazione e ciò permetterebbe di comprende appieno la
portata del lavoro nel quale essi sono coinvolti e del quale, bene o male, sono
protagonisti. Il discorso che può essere fatto è che ogni opera si presenta
come un sistema metartistico a sé, che trae spunto da realtà quotidiane che
appartengono all’universo visivo di chiunque, fermandole e estraendole dal
flusso temporale continuo e disordinato nel quale sono calate.
Ribadendo l’eterogeneità dei linguaggi, l’esperienza che si
ha di fronte alle opere d’arte contemporanea proposte in mostra, si
caratterizza attraverso il confronto tra i diversi artisti che operano in questo
contesto culturale, artisti che si allineano comunque nell’intento principale
di produrre arte mediante l’impiego di documentazioni fotografiche o di reperti
corredati da testi scritti. Essi sono: Armando Andrade, Rosa Barba, Etienne
Chambaud, Karen Cytter,Gintaras Didziapetris, Sam Durant, Cyprien Gaillard
Robert Kusmirowski, Josephine Meckseper, Tom Molly, Lisa Oppenheim e Danh Vo.
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