mercoledì 2 luglio 2014

eduard habicher: il segno bloccato nel tempo

Avevo visto per la prima volta un’opera di Eduard Habicher al Messner Mountain Museum di Bolzano: una striscia d’acciaio colorato che sfidava la gravità arrampicandosi sul muro esterno dell’edificio che ospita il museo. Il significato dell’opera era palese e insisteva sulla metafora  alpinistica, dimostrando in chiave concettuale la forza e l’efficacia dell’azione estetica dello scultore.



Questo riferimento personale è uno spunto per segnalare l’opportunità di confrontarsi con l’opera di Habicher, altoatesino di Malles, in uno spazio più intimo che, forse, riduce l’impatto emotivo della visione en-plein-air, ma conferma la grandezza del suo progetto artistico. Le sue opere si espandono nello spazio creando ritmi e fratture che si insinuano nel nostro campo visivo come elementi grafici tesi a costruire delle sfilacciature che sembrano concretizzare la quotidianità del gesto umano. Ciò che rimane di un qualunque gesto appartiene alla memoria; Habicher incanala la forza di quel dinamismo che identifica l’universo in tutti i suoi rapporti dialettici e la blocca. La sua azione non presuppone la stasi di quei segni: essi continuano nel loro movimento perché spinti dall’immaginazione dell’osservatore che imprime continuamente nuove spinte che si completano a livello spirituale.



Inoltre, l’opera di Habicher non rinuncia al dialogo con la natura. I suoi lavori – soprattutto quelli realizzati per l’esterno – sono costruiti con materiali che riescono a integrarsi con il preesistente, diventando elementi essenziali di una nuova visione del reale. Negli interni le sue sculture si caratterizzano per l’estrema leggerezza. Esse partono da un punto e fluttuano nell’aria per poi appoggiarsi al pavimento o per continuare a sfidare la legge di gravità rimanendo sospese nel vuoto.




Habicher, in riferimento a una precisa poetica tesa alla riflessione sull’elemento naturale, costruisce delle strutture dal carattere straordinariamente organico che uniscono leggerezza e forza. È una forza che trattiene, quasi casuale, che stritola il sasso o il pezzo di vetro, che contorce la barra d’acciaio. È la stessa forza che controlla l’universo e che permette alle cose di trasformarsi in altre cose, di diventare altro.

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