Vignale fu per Pietro Villa un luogo magico dal quale
attingere e nel quale immergersi. I soggiorni nel paese monferrino gli
permisero di elaborare straordinarie descrizioni paesaggistiche, stimoli visivi
che seppero trasformarsi in autentici brani poetici.
La descrizione del paesaggio, spesso evocato dalle sole
presenze di elementi vegetali, piante e arbusti comuni, come pioppi, canne o
cardi selvatici, è risolta con pochi tratti, una soluzione che rimanda agli
esiti di certa pittura fatta di essenzialità , realizzata attraverso lavori di
raffinata sintesi, in cui la risoluzione della figura è demandata a rapidi
segni che “costruiscono” un frammenti di realtà, oppure tende a un’astrazione
che solidifica i campi cromatici con diversi strati giocati tra le tonalità del
bianco e del nero in cui si struttura lo spazio della sua incisione.
È chiaro che si tratta di riflessi all’interno di scelte
personali, di influenze delimitate, mediate attraverso discussioni e confronti.
Ciò viene fuori considerando le variazioni su un tema, quando il pittore di
pone di fronte all’oggetto, quando ne percepisce l’aspetto più intimo. E tutto
ciò è frutto di un controllo assoluto del mezzo e insieme della capacità di
lasciare sbocciare senza impedimenti i fiori della mente, in uno stato di
totale concentrazione in cui il gesto misuratissimo riesce a essere libero e
spontaneo in virtù di una disciplina spirituale che considera il visibile al
limite dell’esperienza mistica. L’incisione di Villa ha una struttura lieve,
tutta emozionale, che tesse su una trama di silenzio un ordito di suoni e
rumori purissimi, una musica che richiede concentrazione assoluta nell’attimo
in cui diventa immagine.
Ma ciò non avviene solo relativamente all’opera incisa, ne è
riprova la piccola sezione formata dai tre pastelli colorati, integrati da
campiture a gessetto. Essi sono realizzati su una carta povera, quella dei
bottegai. Probabilmente questo divertissement gli garantiva l’esplicitazione di
quella sua capacità di gestire segno e colore, confermata peraltro anche dai
bellissimi oli degli anni Settanta che ci comunicano le enormi potenzialità
estetiche di questo maestro.
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