L’interesse di Mirco Marchelli per la musica trova la sua
sublimazione nella realizzazione del progetto artistico denominato A due voci.
Si tratta sostanzialmente di una grande installazione che, in un gioco di
vicendevoli influenze, mischia all’artefatto di Marchelli una sua elaborazione
musicale per saxofono e
percussioni ad libitum e per voce femminile e pianoforte improvvisato, che a
sua volta ha come riferimento le Variazioni Goldberg – la famosa opera per
clavicembalo di Bach che realizza trenta variazioni alla medesima aria – .
Dunque un’opera sonora che però ha un ulteriore elemento
aggiuntivo nelle poesie di Paul Klee (la seconda voce cui fa riferimento il
progetto), artista poliedrico, dai più conosciuto solo come pittore, ma anche
musicista e, appunto, poeta. Questo secondo aspetto ricalca l’elemento più
marcatamente pittorico del lavoro di Marchelli, lavoro che spesso sembra
lasciarsi influenzare dalla maniera dell’artista tedesco.
In questa fase della sua produzione Marchelli crea un ulteriore step
al suo discorso di sperimentazione teso a adoperare come struttura portante del
suo lavoro la musica. Seguendo una brillante intuizione che sembra giungere
dalla cultura barocca, Marchelli completa le sue “pitture tridimensionali”
circondandole con la diafanità del suono. È, ovviamente, qualcosa che non si
vede ma che fluttua nell’aria, che si compenetra con il tangibile creando i
presupposti per una visione diversa, non tradizionale dell’opera d’arte.
Klee affermò che l'arte non riproduce ciò che è
visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. Credo che questa
considerazione riesca a spiegare lo spirito del lavoro di Marchelli che rimanda a un immaginario
estremamente complesso, un immaginario che lascia intuire la poesia delle sue
opere, del colore che si contrappone allo spazio. Le “cose” di Marchelli
appaiono dunque adoperate, ricche di colori opachi tipici di un mondo vissuto,
un mondo in continuo divenire, il cui destino si compie con moto circolare,
secondo un rito che ha come protagonisti gli oggetti, un rito fatto di
sparizione, recupero e ricompattamento in altre forme.
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