Antonio De Luca
è uno dei più interessanti artisti attualmente attivi della provincia. La sua
arte nasce attraverso un preciso e continuo lavoro di ricerca che gli ha
consentito – facendo riferimento alla sua più recente produzione – di ottenere
una sempre maggiore rarefazione pittorica. La sua arte nasce da un segno che si
espande sul foglio, inondandolo con un lentissimo e continuo movimento
organico. Il segno, fatto di pura materia pittorica, è tracciato sul supporto e
si giustappone per ottenere delle figure, spesso diafane, invisibili e
ectoplasmatiche.
Difficilmente si
può contemplare la figura intera nella produzione di De Luca, questo ha dato
adito a congetture psicanalitiche che però sono confutate dall’autore stesso,
il quale sostiene la positività del suo lavoro che tende a incentrarsi sul
valore ludico dei suoi apparati. In effetti, essi spesso insistono su elementi
che ci riportano alla danza, al gioco infantile, a atmosfere che hanno un vago
sapore idilliaco e che chiudono i suoi personaggi all’interno di Horti conclusi
che lasciano fuori ogni bruttura della realtà.
Il valore
concreto dell’opera di De Luca è ulteriormente acuito dal fatto che, ormai da
qualche anno, egli vi ha introdotto frammenti di ceramica e di altri materiali
tridimensionali. In questo si sostanzia una ricerca di profondità dell’immagine
attraverso un aggetto del piano bidimensionale del quadro. La sovrammissione di
questi elementi plastici (spesso opere concluse e a sé stanti) spinge De Luca a
ridefinire le sue intuizioni inserendo delle sbavature più controllate, capaci
di creare piacevoli sensazioni naturalistiche. Egli così ottiene una ancora più
marcata rarefazione del colore che assume una valenza quasi di trasparenza.
L’oggetto sembra allora emergere come componente assoluta soprattutto se viene
relazionato alla linea che lo costruisce e che continua a mantenere quel vigore
primordiale che è stilema del suo fare arte. Quest’ultima fase, quasi intuendo
l’assunto di Heidegger per il quale nel fare spazio parla e si cela allo stesso
tempo un accadere, gli permette di gestire lo spazio, intuendo le sue
potenzialità e progettando quello spazio/luogo che è condizione fondamentale
del proprio essere e, nello stesso tempo, condizione reale dell’universo.
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