Quando si fa riferimento a
Riccardo Guasco, spesso si ricorda il giudizio comparso sulle pagine di “La
Repubblica” che lo annovera tra i migliori illustratori italiani. Per questo,
per comprendere lo spirito del lavoro di Guasco è opportuno prima di tutto chiarire
il significato del termine “illustratore” . Con un po’ di pedanteria, il
termine deriva dal latino e ha nel suo etimo un riferimento all’illuminazione.
Ampliandone il senso, esso identifica colui che correda con delle figure un
testo, quindi “illumina” o “rischiara” ciò che qualcuno ha detto o ha scritto.
Illustrare è dunque
un’arte complicata perché, in un’unica figura di sintesi, si deve tenere conto
del senso profondo di un testo e si deve essere capaci di incuriosire, di
attirare l’attenzione dell’osservatore. Guasco nella sua ricostruzione grafica
sembra abbracciare tutti i campi della comunicazione visiva, in particolare
nella reinvenzione della natura e nella creazione di ambienti artificiali dove
le sue simbologie sono a volte magicamente complesse. Questa, probabilmente, è
la chiave per intendere meglio la sua ricerca che, come nell’opera di Depero, artista da cui ha sicuramente tratto
qualche ispirazione, diventa poesia.
La sua arte è impostata
sull’uso di linee semplici, spigolose, che si riempiono di pochi colori vivaci,
a volte addirittura stridenti. Le immagini di Guasco che in questo caso
riguardano il tema del ciclismo hanno un piacevole senso dinamico, quasi egli
operasse una rivisitazione più contemporanea e più pacata del Futurismo. Nel suo lavoro si intravedono delle sfumature
oniriche che probabilmente nascono da un’esigenza interiore, intuizioni che
pongono i suoi disegni in perfetta sintonia con il clima culturale del nostro
tempo, volto a ricercare in un particolare “mito” un valore unificante e
caratterizzante.
“Rik”, pseudonimo dell’artista,
con i suoi disegni ironici e poetici, ci riporta a al centro di antichi duelli,
ci conduce sulle strade percorse dal Tour o dal Giro, ci racconta con
l’essenzialità del suo tratto tutto un mondo che nella sua disarmante
semplicità ci appare così ricco di valori da esaltarci e piacevolmente
appagarci.
Nessun commento:
Posta un commento