lunedì 15 giugno 2015

max ramezzana verso l'astrazione

L'ultima rassegna ha richiesto, per chi ha potuto osservare le opere che ne componevano il percorso espositivo, una visione assolutamente particolare perché se ne potesse comprendere bene il senso. Max Ramezzana è latore di un linguaggio ben conosciuto, dal forte carattere illustrativo. Come molti artisti, a un certo punto della sua carriera, egli ha sentito l’esigenza di cominciare a operare qualche modifica al suo modello estetico, esplorando territori artistici che solo apparentemente non gli appartenevano.




Il cassetto, simbolico luogo di accumulo di memorie, vera icona dell’estetica di Ramezzana, non è più il fondale scenografico che ci ha meravigliati precedentemente. Ora esso si propone soltanto come contenitore di campiture cromatiche di differente intensità ricavate da assemblaggi di materiali vecchi e sporcati dal tempo, pseudo oggetti che  evocano la spiritualità dei luoghi, l’accumularsi stratificato di ricordi. La figura è bandita e si stanno perfezionando e consolidando dei linguaggi che lo porteranno a rivedere alcuni suoi elementi specifici. Oltre al senso del divenire e sperimentale della sua pittura, questo nuovo corso gli permetterà di osservare più nell’arte e non con l’arte. E’ chiaro che questo è per Ramezzana il momento embrionale di una nuova fase, che però lascia già intravedere la potenzialità del suo temperamento artistico. Come è già possibile intuire, fin dal titolo della mostra, “aprire il cassetto”, si subisce la suggestione di dare credito a un gesto capace di far cambiare e di scindere il pittore dall’illustratore, liberando l’uno dall’altro, per affrontare e sviluppare nuove e diversissime sintesi emotive.


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