L’idea di Piero Gilardi è forse quella di offrirci la
percezione di frammenti di natura. C’è qualcosa di idealizzato nelle sue
composizioni, egli sembra donarci un artefatto che appare ai nostri occhi come
qualcosa di completo e di perfetto, una piccola porzione di spazio naturale che
viene replicato a un diverso grado di semplificazione plastico, una sorta di
citazione che non rifugge dall’imitazione.
Sono composizioni di grande impatto emotivo che potremmo
tranquillamente definire “nature morte”. Le sue teche, dal vago carattere
museale, sono l’ultimo passaggio della riflessione su un genere che ha radici
assai profonde. Gilardi propone un prodotto carico di coerenza strutturale ma
fondato su una sostanziale illimitata trama di combinazioni. La sua è una produzione
di cose inanimate che esclude la presenza diretta dell’uomo e si concentra
sulle forme e i volumi degli oggetti, sul loro colore, sulla luce.
Gilardi è per questo un autore profondamente realista poiché
il suo obiettivo principale è quello di suscitare un’emozione estetica
attraverso l’ammirazione dell’effetto di verisimiglianza, in modo del tutto
analogo a quello che poteva avvenire di fronte a una tela proponente proprio
una natura morta. Gilardi si pone in questo modo al vertice di un’evoluzione
artistica che insiste sulla volontà di rappresentare la realtà. Attraverso la
mimesis egli ricorre all’espediente “scultoreo” fornendo un lavoro completo,
del tutto aderente agli standard estetici di questo genere.
La natura morta è fatta per il godimento privato, e in
Gilardi si riesce a cogliere questa voglia di eclissarsi dagli aspetti
eclatanti dell’esposizione monumentale. Le sue sculture sono autentici
componimenti poetici, sono citazioni di paesaggi pascoliani nelle quali si
percepisce qualcosa di meditato, una riflessione che ci permette di cogliere
qualcosa che, pur appartenendo alla quotidianità, diventa evento eccezionale,
degno di essere rappresentato e ricordato. I suoi spazi palpitanti, creati con
materiali perfettamente posseduti e manipolati, ci offrono l’opportunità di un
rifugio al quale accedere per distaccarsi dal selvaggio consumismo della nostra
società.
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