domenica 5 luglio 2015

chanukkah: interpretare i lumi

È una collezione che è stata costruita negli anni. Il tema è fisso, inderogabile: agli artisti viene chiesto di elaborare una lampada di Chanukkaah inserendo un lume in più, otto più uno. È la prima volta che le 173 lampade possono essere viste tutte insieme e la sensazione è di omogeneità. Ciò è determinato dal fatto che, nonostante esse siano state realizzate con linguaggi assolutamente differenti, proprio per il condizionamento tematico, dicono tute la stessa cosa.



Ciò, ovviamente, non deve essere percepito come un limite, anzi, si propone come qualcosa di straordinario capace di dimostrare l’assoluta illimitatezza della creatività. Come è difficile trovare due pezzi che si somiglino dal punto di vista formale, così non si prova quel senso di disorientamento che talvolta accompagna il visitatore dopo l’uscita da una “collettiva”. L’impressione che si ha è di aver sfogliato un testo di per sé completo e coerente, ma al quale è sempre possibile aggiungere una nuova pagina.




Inoltre, un altro dato con cui si viene a contatto è determinato dall’aspetto ludico alla base della costruzione delle singole opere. Gli artisti hanno “giocato” con l’arte, hanno prodotto un oggetto che ha alla base una fortissima carica (auto)ironica di immediata visibilità: materiali di varia consistenza, uso di colori vivaci, ricorso a forme esasperate. Ciò sembra dimostrare come la bellezza possa apparire anche quando non si deve far  conto di dover compiacere alla critica o alle esigenze del mercato, agendo in piena libertà e interpretando qualcosa dal quale non si può prescindere.