martedì 29 dicembre 2015

il mondo di carlo cane

Esposizione di prestigio, quella cui partecipa Carlo Cane , alla Corey Herford Gallery di Los Angeles, esposizione che condurrà definitivamente l’artista, già fortemente apprezzato in Italia, a quel livello di internazionalità che merita assolutamente.



Il lavoro di Carlo Cane è conosciuto soprattutto perché propone un mondo futuribile, fatto di grandi costruzioni che si innalzano verticali su brumosi cieli senza tempo. Si tratta di un mondo nel quale le persone sono solo evocate, si pensa che esse vivano all’interno di quelle compatte abitazioni, silenziose e ieratiche, che sembrano esistere in un mondo appena successivo a una catastrofe, poco prima che la Natura si riappropri di quanto le apparteneva. La sua ricerca più attuale però sta conducendo l’autore valenzano verso nuove “esplorazioni”, verso luoghi in cui è proprio la Natura a essere l’assoluta protagonista delle tele, una Natura magnifica e magica che, come nelle opere presentate in California, è carica di forza misteriosa che inghiotte fantasmi di case vittoriane trasparenti immerse nella vegetazione.




Carlo Cane è dunque latore di un linguaggio pittorico estremamente moderno, etichettabile come realistico ma che contiene qualcosa di immaginario e simbolico. È una pittura visionaria che propone un mondo onirico al quale ci si avvicina sempre con stupore e interesse.

lunedì 7 dicembre 2015

l'arte di francesco casorati

Uno stile particolare, uno stile fatto di oggetti che si ripetono, che ritornano in molte composizioni e che creano un universo di fantasie richiuse all’interno dello spazio ben determinato del foglio o della tela. In fondo, il mondo di Francesco Casorati è questo, un mondo immerso in una sua personale immagine di natura, fatto da paesi di case squadrate chiusi da un mare solcato da bastimenti.  Si nota una certa ironia nelle sue opere grafiche, disegni e acquerelli, e negli oli, un’ironia sottile che appartiene totalmente anche  - e soprattutto – al personaggio Casorati.



Quando il pittore si raccontava si scopriva la forza della sua arte, un’arte giocata sul filo sottile della poesia, fatta di sospensioni di tempo e di situazioni assolutamente interiori.
Molti hanno definito Francesco Casorati un “pittore di favole”, insistendo sull’aspetto più narrativo e fantastico del suo lavoro.  In effetti, buona parte dei  suoi soggetti induce a pensare che ci si possa trovare di fronte qualcosa che sfugga alla logica e alla razionalità, ma è la forza della costruzione dell’opera d’arte, cioè il collocare ogni elemento nella giusta posizione,  a detenere una consistenza tangibile, una visibilità che inserisce i suoi soggetti all’interno di una struttura equilibrata e regolare.



L’inserzione del colore, la sua apparizione all’interno delle opere, è altrettanto meditata. È soprattutto la forza di una singola cromia a spingere l’osservatore a percepirla come frattura nella composizione e a notarla in quanto colore. Secondo Casorati non è necessario riempire lo spazio di tinte differenti per estrapolare la forza del colore: esso è molto più evidente se tracciato all’interno di una monocromia. Alcune incisioni sono utili per comprendere l’idea di Casorati di colore: a volte una sola linea rossa, sinuosa, spicca nel nero dell’acquaforte e appare come colore assoluto, a prescindere dal pigmento.
Un altro elemento interessante dell’opera di Francesco Casorati è la scrittura. In alcuni suoi lavori essa appare come sfondo, come elemento che circonda l’immagine. Essa non comunica nulla, in quanto ripulita di significati. Al pittore non interessa adoperare la scrittura come mezzo tradizionale di rapporti, ma come espediente grafico, come determinazione calligrafica che fuoriesce dalla matita e si genera come segno e non come suono.



“Finzioni della realtà” fu il titolo quanto mai appropriato di una mostra di qualche anno fa che mai come in quel caso aiutava a comprendere Francesco Casorati. Infatti, in una risposta data a Adriano Benzi, egli chiariva il significato di questi due termini e la loro possibile applicazione artistica, fingendo di essere un ingegnere che progetta le cose e un artigiano che le costruisce, macchine immaginarie inserite in contesti al limitare della realtà.