lunedì 13 gennaio 2014

il corpo fotografato

Fotografare il corpo è un po’ come se si cominciasse a cercare qualcosa di se stessi nelle fattezze degli altri. A volte, come ricorda Dorothea Lange, si tratta di una ricerca vana perché si insegue quel qualcosa che si vorrebbe essere, imponendo alla posa del soggetto il mistero del proprio essere, addirittura della stessa esistenza. Quando si immortala un corpo si compie comunque un’azione assoluta, si spezza l’inesorabile trascorrere del tempo, si ferma il mondo per quell’istante infinitesimale che ci concede l’apertura del diaframma. In questo modo il corpo diventa un elemento che compone una serie di immagini prettamente mnemoniche che ci rimandano all’idea dell’astrazione: non c’è più la valenza reale di ciò che è rappresentato, esso si muta in una forma che è il risultato di una scelta che ne afferma la dimensione assoluta.


In alcune foto il corpo è privato di qualsiasi elemento fisiologico e lo sguardo dell’osservatore finisce per soffermarsi su quei particolari che normalmente verrebbero considerati “secondari”, ma sono però proprio quei particolari che costituiscono l’essenza più intima e più unica di un corpo: tatuaggi, piercing, acconciature. In questa maniera esso finisce per trasformarsi in un “residuo di vita”, secondo una definizione di Roger Ballen, un residuo straniato dalla realtà in cui è collocato. Il corpo è, di fatto un’apparizione che si offre nella più completa immobilità, in un’espressione che cambia solo attraverso le sfaccettature offerte dalla percezione e dalle sensazioni dei singoli osservatori.


La fotografia del corpo è dunque l’esplorazione di un travestimento, è un’indagine sull’identità. La fissità di alcuni soggetti offerti all’obiettivo trasmette un’impalpabile bellezza. L’oscurità, la frammentazione, la sovraesposizione inducono a prendere coscienza di quella quotidianità forzata che ci mette di fronte a errori e imperfezioni – in  questo caso voluti – che si sviluppano intorno a un linguaggio che intende comunque coronare un’esistenza. L’importanza e la bellezza di queste fotografie  è data, oltre che dal valore estetico, soprattutto dal fatto che in esse sono presenti persone che hanno motivato lo scatto rendendolo, come si diceva, unico e assoluto.

Nessun commento:

Posta un commento