lunedì 2 febbraio 2015

l'evoluzione di enrico francescon

Confrontata con i lavori di qualche anno fa, l’attuale produzione di Enrico Francescon risulta decisamente più “leggera”. I cementi ,realizzati durante il precedente decennio, erano evidentemente più legati alla componente materica e si caratterizzavano come esplicitazione di una forza tellurica che determinava una percezione di decisa corporeità.



Gradatamente ridimensionata questa esigenza, Francescon ha cominciato a ricondurre i suoi lavori in un ambito di maggiore essenzialità giungendo addirittura all’eliminazione della materia nella serie degli acquerelli. In questi,  su sottilissime stesure monocromatiche, sono tracciati dei segni che insistono sulla rielaborazione di evidenti forme geometriche. Se poi si dovesse cercare una costante nel lavoro di Francescon, essa apparirebbe nel dato evidente della pressoché continua citazione del quadrato. In generale, si tratta di una figura dalla ricca simbologia, da mettere in relazione la terra, alla conoscenza razionale. Francescon lo identifica invece come elemento equilibrio, che, internamente alla sua opera, gli evita di far prevalere una dimensione all’altra.




In realtà, escludendo dalla riflessione la serie degli acquerelli, altro elemento che caratterizza l’arte di Francescon è la profondità. In tal caso il quadrato si trasforma in un cubo – o almeno in una sua porzione – e finisce per consolidare la componente costitutiva della sua poiesis. La materia occupa quindi parte dello spazio emergendo compattamente dal fondo e, in particolare in certi lavori, assume una connotazione organica, simile a un magma ribollente bloccato in un preciso equilibrio di forze. Al contrario, nella sua produzione scultorea tout court, Francescon insiste sulla compenetrazione di forme, creando delle piccole strutture che si sviluppano verticalmente. A ben guardarle esse sono un ulteriore sviluppo della riflessione segnica sulla quale sembra si stia direzionando la ricerca di Francescon. Infatti, le piccole composizioni plastiche sono riconducibile a una base astratto/geometrica nella quale la figura subisce un controllo fortemente impostato sul segno, segno che, come si è detto,  rappresenta la base per l’affermazione di un canone dagli imprevedibili sviluppi costruttivi.


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