lunedì 14 ottobre 2013

claudio olivieri: le carte degli anni '50

Ciò che colpisce dell’opera recente di Claudio Olivieri, opera con la quale abbiamo avuto vari e importanti incontri, è la sua capacità di adoperare il colore per raccontare lo spazio, per modulare, attraverso una pura operazione spirituale, una sorta di suono che fluttua nell’infinito, fino a perdersi e a confondersi nelle sfumature poste ai margini di quelle campiture diafane, private completamente di consistenza materica.

Ora scopriamo qualcosa che ci avvicina ai suoi esordi, qualcosa che ci fa comprendere l’evoluzione di un artista attraverso una serie di piccoli lavori, tutti risalenti ai tardi anni Cinquanta del secolo scorso. Si tratta di disegni e tempere in cui il nucleo è formato da velature di colore, velature tanto inconsistenti quanto evidenti, talvolta completate da tracce di pastello che offrono una parvenza volumetrica alla diafanità delle composizioni. È sicuramente un lavoro complessivo che ha alla base la volontà di compiere una ricerca sulla luce, sulla fisicità brumosa della realtà, realtà che assume una forma nel momento in cui è il rapporto tra colore e segno a dargliela.
In queste opere appaiono già le tracce della futura ricerca di Olivieri, vale a dire, riducendo il concetto a una valenza elementare, il colore e la luce che divengono segno. Talvolta riuniti in uno stesso lavoro, oppure separati, questi elementi danno conto di un ritmo costante, regolato da pause che apparentemente  sembrano offrire alla lettura di questi fogli una sorta di casualità. Al contrario, la realtà si fa sequenziale, alternandosi a materiche increspature della carta, in una pittura che sembra sciogliersi come neve al sole, in tempere dai toni ineffabili, ricche di un’informalità che appare come una nuvola gonfia di vapore. 

Queste opere sono però legate a una poetica cosciente che si lega a una rappresentazione priva di materia, in cui la leggerezza risulta assumere un rilievo da protagonista. In questo senso l’Olivieri di quegli anni si discosta dall’Informale: la fisicità di questi lavori sarà soprattutto nel segno che si fa regola operativa, nel controllo di una dimensione che cerca di convogliare in un attimo un universo di vita.

Nessun commento:

Posta un commento