mercoledì 15 ottobre 2014

a due a due con mirco marchelli

L’interesse di Mirco Marchelli per la musica trova la sua sublimazione nella realizzazione del progetto artistico denominato A due voci. Si tratta sostanzialmente di una grande installazione che, in un gioco di vicendevoli influenze, mischia all’artefatto di Marchelli una sua elaborazione musicale per saxofono e percussioni ad libitum e per voce femminile e pianoforte improvvisato, che a sua volta ha come riferimento le Variazioni Goldberg – la famosa opera per clavicembalo di Bach che realizza trenta variazioni alla medesima aria – .


Dunque un’opera sonora che però ha un ulteriore elemento aggiuntivo nelle poesie di Paul Klee (la seconda voce cui fa riferimento il progetto), artista poliedrico, dai più conosciuto solo come pittore, ma anche musicista e, appunto, poeta. Questo secondo aspetto ricalca l’elemento più marcatamente pittorico del lavoro di Marchelli, lavoro che spesso sembra lasciarsi influenzare dalla maniera dell’artista tedesco.


In questa fase della sua produzione Marchelli crea un ulteriore step al suo discorso di sperimentazione teso a adoperare come struttura portante del suo lavoro la musica. Seguendo una brillante intuizione che sembra giungere dalla cultura barocca, Marchelli completa le sue “pitture tridimensionali” circondandole con la diafanità del suono. È, ovviamente, qualcosa che non si vede ma che fluttua nell’aria, che si compenetra con il tangibile creando i presupposti per una visione diversa, non tradizionale dell’opera d’arte.


Klee affermò che l'arte non riproduce ciò che è visibile, ma rende visibile ciò che non sempre lo è. Credo che questa considerazione riesca a spiegare lo spirito del lavoro di Marchelli che rimanda a un immaginario estremamente complesso, un immaginario che lascia intuire la poesia delle sue opere, del colore che si contrappone allo spazio. Le “cose” di Marchelli appaiono dunque adoperate, ricche di colori opachi tipici di un mondo vissuto, un mondo in continuo divenire, il cui destino si compie con moto circolare, secondo un rito che ha come protagonisti gli oggetti, un rito fatto di sparizione, recupero e ricompattamento in altre forme.

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