domenica 16 aprile 2017

arte sacra nei sottotetti della cattedrale di casale monferrato

La mostra di Arte Sacra nel sottotetto della Cattedrale di Sant’Evasio di Casale Monferrato  concretizza un palese interesse manifestato da molti artisti contemporanei. Essi,  forse condizionati da una misteriosa forza accatastata in secoli di arte, producono spesso opere che si richiamano a tematiche riconducibili al sacro. Alcuni lavori lo sono in modo palese, altri invece sfruttano l’analogia, il carattere evocativo che un determinato segno lascia nella memoria di ciascuno di noi, e per questo si può affermare che il lato religioso dell’arte contemporanea è stato trattato in maniera approfondita da molti artisti che hanno prodotto opere dal suggestivo senso religioso.

mario fallini, ascensione (foto enzo bruno)

È ovvio che per chi è abituato a identificare i contenuti della religione con la semplificazione iconografica creata ad hoc per il compiacimento delle masse prive di cultura, le prove artistiche più complesse basate sull’analogia evocativa, sul recupero di materiali “poveri”, sull’esasperazione espressiva e materica, susciatano sempre delle perplessità. Su questo punto si dividono sovente le opinioni, in quanto, persino gli entusiasti a volte non riescono a celare la propria incomprensione.



alex pinna, waiting in time square


Per ovviare a questo problema, il percorso proposto nei sottotetti della cattedrale di Casale Monferrato è stato pensato coinvolgendo autori capaci di trarre dalla materia qualcosa in grado di evocare una problematica filosofica, oppure teologica, o icononologica dell’ estetica contemporanea. Il fatto poi di collocarele sculture in uno spazio architettonico di altrettanto fascino dà un ulteriore valore ai lavori degli artisti coinvolti. A proposito del “contenitore”, quando nel XIX secolo Arborio Mella realizzò i lavori che rimaneggiarono l’intero complesso architettonico in chiave storicista, l’architetto cancellò alla vista intere porzioni dello spazio romanico. Questo porzioni –  ampi frammenti di scultura, modanature e elementi costruttivi in genere –  emergono seguendo il percorso della mostra. Pertanto, oltre a confrontarsi con le opere esposte, il pubblico può osservare da vicino una serie di frammenti che affiorano come delle righe di antica scrittura in un incunabolo. Il dialogo tra il passato e il presente dimostra effettivamente la mutazione del linguaggio con il quale gli artisti comunicano, ma dimostra altresì come sia possibile che la sintassi di base, tesa alla valorizzazione del Sacro, non abbia mai perduto quella sua capacità di trasformare lo spazio in tempo e il tempo in assoluto.


giovanni bonaldi, rotolo (foto marika dalloco)

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