giovedì 24 gennaio 2013

l'aleramica a casale monferrato

È ancora una volta la provincia l’assoluta protagonista di questa rassegna. Qualcuno aveva affermato che i grandi discorsi estetici, per diventare tali, devono consolidarsi al di fuori dei grandi centri propulsori, diventando parte di una stratificazione culturale che altrimenti finirebbe per dissolversi. Ogni centro più o meno grande ha avuto dei gruppi, delle associazioni di intellettuali, non necessariamente ufficiali, il cui scopo era creare un progetto di discussione e confronto per riuscire a diffondere uno stile, un’etichetta in grado di sviluppare un’unicità artistica che, come un eco, si replicava in una sorta di maniera.
Qualcosa del genere è rilevabile nell’esperienza del gruppo di artisti che si legò in quel sodalizio che è conosciuto come “l’Aleramica”. Erano gli anni Settanta, gli anni più cupi della nostra storia recente. Voci lontane di scontri quotidiani, guerra civile a bassa intensità, qualche episodio di quella violenza urbana giungeva anche nelle città di provincia. L’attenzione dei più era rivolta a altro, ma non tutte le speranze di serenità  erano cassate dalla durezza della realtà. Il gruppo in questione creò una specie di Hortus conclusus, uno spazio dal quale fare emergere un’energia creativa che contrastasse le negatività dell’esterno. La percezione è questa: un cosciente disimpegno che non inquinasse la sostanziale bellezza del prodotto intellettuale. Divisi tra scultori e pittori, essi si dedicarono con passione alla creazione di artefatti, dividendosi gli spazi espositivi nel quinquennio che va dal 1973 al 1977. In queste rassegne apparvero così le acrobatiche sculture di Luigi Bagna, accanto a quelle più trasognate di Enrico Bargero. Furono presentate le ironiche strutture plastiche di Mario Bargero, i lavori di Giuseppe Mazzoleni, scultore e pittore astratto, e i dipinti fortemente geometrici di Aldo Ferrarino. Vennero esposti le oniriche e delicatissime opere di Giuseppe Campese insieme agli intensi paesaggi padani di Andrea Di Palma. Si propose al pubblico la rielaborazione materica di Gabriele Serrafero con la pittura carica di lirismo di Sergio Trabellio. Nove autori che a quarant’anni di distanza ritornano a esprimersi con la loro arte.

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